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Museo di Antropologia

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Via Mezzocannone, 8, 80134 Napoli NA
Istituito nel 1881 per volontà dell’allora ministro dell’Istruzione Francesco De Sanctis, il Museo di Antropologia ebbe origine a partire dalle collezioni private di Giustiniano Nicolucci, primo docente di antropologia all’Università di Napoli, fra i pionieri della scienza antropologica in Italia ed Europa. Ospitato nei locali del cinquecentesco palazzo del Collegio Massimo dei Gesuiti, il patrimonio del museo conta più di 26.000 manufatti etnografici, osteologici e archeologici che documentano la paleobiologia e la preistoria delle antiche popolazioni dell’Italia meridionale e dell’Europa, ma anche dell’Asia occidentale, del Nord Africa e delle Americhe. Nella prima sala, dedicata alla biodiversità umana, l’allestimento moderno si contrappone a quello originario del primo Novecento, costituito da strumenti atti alla presunta misurazione antropometrica, utilizzati a sostegno della teoria dell’esistenza di diverse razze umane. La seconda sala ripercorre l’evoluzione biologica e culturale dell’uomo attraverso resti di vario tipo e periodo. Calchi dei crani degli ominidi, come l’Australopithecus africanus e l’Homo erectus pekinensis, sono esposti insieme con manufatti litici risalenti al Paleolitico ritrovati in Basilicata, asce neolitiche in pietra levigata e ceramiche dell’Età dei Metalli provenienti dall’Italia meridionale. Particolarmente interessante risultano i reperti donati a Nicolucci da Heinrich Schliemann, lo scopritore di Troia e Micene. Provenienti dal sito archeologico di Hissarlik (antica Troia), gli umili oggetti in pietra di uso quotidiano, come macine per triturare cereali, martelli e asce, testimoniano le usanze di una piccola città anatolico-egea del 3000 a.C. Nella terza sala sono esposti importanti reperti osteologici umani, fra cui i crani affetti da anomalie morfologiche e traumi, e quelli databili all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., provenienti da Pompei.